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C’è pollo e Pollo: come orientarsi nell’acquistare carne e uova con più consapevolezza e rispetto

Il Covid spinge l’italiano a consumare più carne di pollo, con un aumento delle vendite del 12% a fine del primo semestre 2020.

E’ questo quanto emerge da un’analisi di Coldiretti in occasione del Pollo Arrosto Day (oh sì, esiste eccome e si celebra il 2 ottobre). Le carni bianche, o meglio dire avicole, sono le più amate dagli italiani e siamo fortunati che possiamo contare su una produzione interna tale da non dover ricorrere alle importazioni.
Ne mangiamo a testa 20 kg all’anno e le carni di pollo rappresentano oltre 1/3 della nostra spesa. Numeri alti, ma sotto la media europea che supera i 25 kg o quella oltreoceano di USA e Canada (oltre 47 Kg) e America Latina (oltre 32 Kg).

Molti italiani, sempre secondo il report di Coldiretti, prediligono il Made in Italy, una scelta supportata e facilitata anche dall’obbligo di inserire in etichetta la provenienza (per le carne avicole già dal 17 ottobre 2005).

Il pollo rappresenta forse la carne più democratica, in quanto accettata dalle principali religioni monoteiste e supportata dalle centinai di diete con cui tutti noi (chi più, chi meno) ci siamo scontrati. (1).

Polli interi

Non dimentichiamo inoltre come le carni avicole facciano parte della nostra tradizione culinaria da sempre. Nel grande libro L’arte culinaria di Apicio (a.C 25 – ?) troviamo un intero capitolo dedicato alle salse di accompagnamento ideali per struzzo, gru, anatre, tortore, tordi, pavoni, fagiani, oche e ovviamente polli. (2).
Non solo. Autori latini della fama di Catone, Palladio e Varrone scrissero a proposito di quelli che erano i primi allevamenti avicoli. Quest’ultimo descrisse un tipico pollaio rurale dell’epoca, consigliando come numero ideale di polli le 200 galline; un numero che, in realtà, non si discosta di molto da un allevamento nostrano fino agli anni ’60.

E dopo gli anni ’60 cosa è successo?
Come sono oggi i nostri allevamenti di polli e di galline ovaiole?

Ecco due semplici domande a cui cercherò di rispondere, facendo un pò di chiarezza tra quelle che sono le notizie che giungono da oltreoceano e quelle che riguardano l’allevamento italiano. L’obiettivo di questo articolo non è quello di scoraggiarvi a consumare pollo o tacchino, né tantomeno uova, ma certamente è quello di farvi riflettere, di farvi aprire gli occhi, scegliere diversamente ciò che mettete nel piatto e, potenzialmente, ridurre il consumo di questi alimenti, una conseguenza naturale per chi decide di voler essere un consumatore responsabile e un onnivoro a cui interessa il benessere animale e del nostro futuro.

Zootecnia: il prima e il dopo

Un pò come per l’agricoltura, anche per l’allevamento esiste un anno zero.
Se per le coltivazioni della terra si parla di Green Revolution, in questo caso parliamo di evoluzione nel campo della zootecnia. A partire dagli anni Sessanta, sulle riviste di settore americane ci si riferiva alle galline ovaiole come a macchine di trasformazione molto efficienti, ai maiali come a veri macchinari in un’industria e si guardava al nuovo secolo (il XXI) per ottenere un vero e proprio ricettario computerizzato per creature ottimizzate per il cliente.(3).

Broiler di un allevamento al coperto

Gli animali da cortile sono diventati veri e propri strumenti per la produzione di cibo a basso costo e oggi il prezzo delle proteine animali è il più basso che in qualunque altro periodo storico. Per raggiungere questi traguardi si è cambiato l’approccio all’allevamento, dove lo spazio, la salute e il benessere degli animali vengono ottimizzati al massimo per il guadagno, il tutto supportato dalla nuova scienza della zootecnia.
Una gallina ovaiola di un allevamento intensivo vive in una gabbia grande poco meno di un foglio A4, mentre per un broiler (la super razza di pollo da carne che dopo solo 6 settimane è già paffuto e pronto al macello) ha la fortuna di vivere in nove decimetri quadrati. E se il pollo da carne ha aumentato la propria crescita del 400% rispetto al cugino del pre-anno zero, la gallina dalle uova d’oro ha più che raddoppiato la sua produzione dagli anni Trenta.

Non stupiamoci se possiamo acquistare un etto di alette di pollo a soli 0.39€, il petto a fette per soli 1.19€ o un petto intero (non c’è da pagare il lavoro di chi ce l’ha fatto a fettine) per soli 0.59€ all’etto (4). Ovviamente questi prezzi non tengono conto del costo delle esternalità negative causate dagli allevamenti intensivi; già, perché è questo di cui oggi parliamo, di quegli allevamenti che per offrire un prodotto sottocosto, non si fanno scrupoli né nei confronti degli animali né dell’ambiente.

Ma questi allevamenti intensivi quanti sono?
Quanta carne da allevamenti stile fast food ci ritroviamo nel piatto?

Il 99,9% degli allevamenti di polli da carne e il 97% di quelli per galline ovaiole sono intensivi. Questi sono, però, numeri statunitensi.
E l’industria italiana invece?
(ndr. non è assurdo chiamare “industria” qualcosa che ha che fare con un essere vivente e con la sua uccisione per nutrirci?)

Pollo e uova del Bel Paese

Alla fine degli anni sessanta anche in Italia la differenziazione tra produzione di uova (galline ovaiole) e produzione di carne, affidata agli ibridi broiler (ecco che entra in gioco la scienza genetica della zootecnia), è ufficialmente consolidata.
Nel 1950 gli allevamenti italiani contavano 32 milioni di capi broiler, per poi superare i 400 milioni alla fine degli anni ottanta e raggiungere la produzione di 700.000 tonnellate di carne già nel 2001. Questo trend positivo è presente anche negli altri comparti avicoli (tacchini, faraone, anatre, ecc.). (5).
Secondo UNAITALIA (Unione Nazionale delle Filiere della Carne e delle Uova), la produzione italiana di carni avicole nel 2019 è stata pari a 1.323.900 tonnellate, con un aumento dello 0.8% rispetto al 2018.

Dei 500 milioni di polli allevati in Italia, il 95% è da allevamenti intensivi.

Vediamo nel dettaglio cosa sono.

Allevamento intensivo è sinonimo di pratiche come alta densità, edifici bui o con luce artificiale (per stimolare la crescita rapida) e problemi di salute, spesso trattati con antibiotici e medicinali vari. Come abbiamo detto in precedenza, potete trovare dai 17 ai 22 polli/m² stipati in capannoni dove luce e oscurità vengono gestite in modo da creare condizioni innaturali, ma adatte ad aumentare la crescita dell’animale.

Allevamento intensivo di polli razza broiler

Dopo la schiusa, i pulcini si ritrovano in questi enormi capannoni. Più crescono, più il loro benessere e la loro salute si deteriorano. I broiler non soffrono solo di patologie legate alle condizioni poco salubre del capannone, che solitamente viene pulito ad ogni nuova covata (la vita di questi pulcini non è comunque particolarmente lunga), ma spesso hanno anche problemi di deambulazione, dovuti al loro innaturale sviluppo fisico. Il mercato desidera petti bei pasciuti, troppo grossi perché le gambe di questi giovani polli possano sostenerne il peso; queste condizioni fisiche causano infine patologie cardiovascolari e respiratorie. Non è raro che alcuni di questi polli muoiano per fame o sete, impossibilitati a muoversi, o per problemi cardiaci.

Le galline ovaiole, d’altro canto, hanno numeri leggermente diversi e dobbiamo differenziare tra quelle allevate in gabbia o a terra. Il 62% delle galline italiane sono allevate in gabbia: questi animali trascorreranno la loro vita (circa 1-2 anni) in piccole gabbie, disposte l’una sull’altra in grandi capannoni, anche qua, dove luce e ombra giocano a favore di una produzione ottimale. Dal 2012, una nuova legislazione europea ha proibito le gabbie convenzionali a favore di quelle “arricchite”: un aumento degli spazi per gabbia pari ad una cartolina postale e aggiunte come posatoi, nidi artificiali e grattatoi. Rimaniamo comunque molto lontani dal dare la possibilità alle galline di esprimere i loro comportamenti naturali, come razzolare, fare i bagni nella polvere e spiegare le ali. In questi angusti spazi, molte galline sviluppano problemi comportamentali, cannibalismo incluso. Per evitare questo alle ovaiole, pochi giorni dopo la nascita, viene limato il becco con una lama arroventata (senza anestesia, sia chiaro). Gli intensi ritmi di produzione di uova (300 all’anno) provoca nelle galline un’alta mancanza di calcio, un elemento fondamentale che si concentra quasi esclusivamente nella formazione del guscio; avremo così chiocce dalle gambe fragili a rischio di fratture.

Galline ovaiole in gabbia (da notare il becco limato)

E a supportare quanto appena raccontato, vi consiglio di dare un’occhiata al profilo Instagram di Gnocca e Bella, due galline salvate dalla prigionia che si stanno ora, pian piano, godendo una vita dignitosa. Potete ancora vedere i segni lasciati dalla loro vita precedente.

Le galline ovaiole vengono allevate anche a terra. Cosa vuol dire? In parole povere: immaginatevi le condizioni in cui vivono i broiler, adattati alla produzione di uova. “Allevamento a terra” non è per nulla sinonimo di benessere animale né di condizioni salubri. (6).

Dopo avervi raccontato come i polli da carne e le galline da uova vengono allevati nella maggioranza dei casi, non c’è da stupirsi che queste condizioni così disagiate siano il luogo prediletto per la proliferazione di malattie come l’influenza aviaria, con conseguenze fatali anche per l’essere umano. Certamente, questi metodi di allevamento sono controllati e regolamentati dalle leggi nazionali ed europee, ma, possiamo onestamente dire che sono metodi che hanno a cuore il benessere animale e la salute umana?

Leggo frasi come “I parametri con cui viene valutato il benessere animale in un allevamento convenzionale sono oggettivi. […] il benessere del pollo da carne viene stabilito in base a dati e parametri definiti in un’apposita normativa e verificati direttamente sugli animali” o “Il motivo per cui i polli di oggi crescono più rapidamente rispetto a 30 anni fa è dato dalla selezione delle razze, dall’alimentazione degli animali e dal miglioramento delle metodologie di allevamento” e penso che infatti la legislazione attuale permette allevamenti che non tutelano né l’animale né la salute umana senza tenere in considerazione l’ambiente. Scuoto la testa a leggere le altre risposte alle domande dei consumatore su siti come Viva il Pollo.it.

W il Pollo! (alcune risposte alle domande dei consumatori)

I capannoni e le gabbie sono solo una parte del problema, l’altro riguarda la macellazione, ma non voglio entrare nel dettaglio. Vi basti sapere che i lunghi viaggi per trasportare l’animale al macello e i trattamenti che spesso questi subiscono fino al momento della morte sono scioccanti. Se volete approfondire l’argomento, vi consiglio di visitare il sito internet EssereAnimali.org.

Siccome ho specificato che questo non è un articolo per scoraggiarvi a consumare carne o uova, ma per farvi riflettere ed eventualmente acquistare in modo più consapevole, arriva una buona notizia: certo, ci sono allevamenti estensivi ed etici, dove gli animali sono più rispettati o addirittura possono vivere completamente secondo natura e per diversi anni.

Sam: “C’è del buono in questo mondo, padron Frodo: è giusto combattere per questo!”

La frase di Samwise Gamgee nel secondo capitolo della trilogia del Signore degli Anelli racchiude il principio a cui io stessa mi aggrappo per non lasciarmi scoraggiare dal negativo e per continuare ad impegnarmi a scegliere con maggiore consapevolezza. Sì, perchè se quanto vi ho raccontato poco fa vi ha scosso e sentite il bisogno di fare la vostra parte, sappiate che spesso richiederà una maggiore ricerca e attenzione. Non significa che dovrete fare acquisti da quella fattoria lontana km e km solo per comprare le uova o la carne giusta. Tuttavia vi si chiede di più che prendere il primo vassoio in polistirolo bianco che sventola la scritta luminosa “a basso costo”.

Allevamento estensivo al coperto

I polli allevati con questo sistema, pur rimanendo all’interno di capannoni, hanno a disposizione molto più spazio (25 kg/mq). Spesso si tratta di polli appartenenti a razze a crescita più lenta (non vengono macellati prima dei 56 giorni) e gli spazi sono arricchiti per un maggiore benessere animale. Esistono anche allevamenti come questi appena citati, dove le razze impiegate rimangono sempre quelle a crescita rapida, impedendo così il raggiungimento di un maggiore benessere per gli animali.

Allevamento all’aperto e biologico

I polli crescono in capannoni come quelli descritti precedentemente, forse più piccoli, ma la grande differenza è l’accesso all’esterno, solitamente per tutto il giorno, ad eccezione della notte, in cui solitamente vengono tenuti all’interno. La densità per i sistemi all’aperto deve essere almeno di 27.5 kg/mq e di 21 kg/mq per quelli biologici, con 1 mq all’esterno per il primo e un minimo di 4 mq per il biologico.

Un galletto libero di razzolare

Le razze impiegate in questi due sistemi possono essere a crescita rapida, ma sono tipicamente ad accrescimento medio: i polli devono avere almeno 56 giorni prima del macello per gli allevamenti all’aperto e in quello biologico si arriva tra i 70 e gli 81 giorni di vita.

Va da sé che, anche in questi due sistemi di allevamento, come in quello intensivo, è essenziale catturare, trasportare (non superiore alle 4 ore) e macellare l’animale nel modo più umano possibile.
Diversamente, una vita più dignitosa sarebbe vanificata.

Come fare la spesa

Insomma, nella pratica come e dove possiamo acquistare carne e uova buone, pulite e giuste? Non dobbiamo per forza andare sempre dal macellaio o dal contadino di persona.

Nella società odierna, spesso e volentieri ci si ritrova al supermercato per acquistare altri prodotti e, prendendo la palla al balzo, si compra anche altro.

Nato e allevato in Francia, spostato in Italia (trasporti lunghissimi) per essere poi macellato in Italia.

Ecco perché è importante leggere l’etichetta:

  • paese di nascita, di allevamento e di macellazione –> prediligi carni provenienti dal tuo paese, meglio se locali
  • peso e denominazione commerciale (specie, categoria, taglio) –> varia le specie di animali e le razze, prediligendo quelle alternative e autoctone
  • data di scadenza
  • prezzo –> diffida di prezzi troppo bassi, spesso indice di sfruttamento dell’animale, pessima qualità della loro alimentazione e di costi nascosti che si ripercuotono sull’ambiente
  • modalità di conservazione
  • nome e indirizzo dello stabilimento che ha sezionato l’animale e confezionato il taglio

Come riporta la guida Slow Food per Meat the Change – Slow Food, “eventuali informazioni aggiuntive, come l’alimentazione con granaglie biologiche, le tecniche di allevamento, i metodi d’ingrasso, la razza, l’azienda di nascita possono essere indicate in etichetta solo se approvate dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e sono soggette a rigidi controlli per garantirne la veridicità…”. Ergo, dal mio personale punto di vista, cercate etichette con il maggior numero di informazioni. Chi alleva nel rispetto dell’animale e dell’ambiente, avrà tutti i motivi per farcelo sapere!

Per quanto riguarda le uova, invece, potete orientarvi con il codice impresso sul guscio.
La prima cifra indica la tipologia d’allevamento.

  • 0 = all’aperto con vegetazione, mangime biologico e almeno 4 mq di spazio all’aperto per gallina
  • 1= all’aperto con vegetazione, 1 gallina ogni 2.5mq
  • 2 = a terra (in capannone chiuso con luci sempre accese), 9 galline/mq
  • 3 = in gabbia, 13 galline/mq

Successivamente trovate il codice del paese di produzione (IT = Italia); le tre cifre seguenti indicano il comune di produzione, seguite dalla provincia e infine il codice dell’allevamento.

Se, tuttavia, voleste migliorare ulteriormente la vostra spesa, ricordate che acquistare e consumare i tagli meno conosciuti (come le frattaglie o cucinare un pollo intero invece che solo il petto) non solo è parte di uno stile di vita più sostenibile, ma vi assicuro scoprirete delizie uniche!
Se non potete recarvi direttamente dal produttore o allevatore, parlate con il macellaio di quartiere, non siate timidi. Chiedete a lui/lei da dove proviene la carne, come viene allevata e macellata e fatevi consigliare su come preparare tagli meno conosciuti.

Biodiversità nelle uova. Diverse razze, diversi colori

Infine, non dimenticate che è davvero sufficiente digitare alcune parole chiave su un motore di ricerca, per scoprire infinite possibilità vicine a voi o per la spesa etica online.
Con piacere ne condivido alcune con voi. Credo che davvero non ci siano scuse per migliorare i nostri acquisiti e il nostro consumo di carne e prodotti animali.
Questa è una lista d’oro, non limitata alle sole carni avicole, che potrà allungarsi nel tempo:

  • Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus – Scopri le razze animali e allevamento presidio Slow Food (razze bovine, ovine, suine, avicole autoctone e dove trovarle)
  • Su allevamento-etico.eu, potete leggere in primis il loro manifesto, che racchiude i principi con i quali un allevamento viene selezionato per comparire nella lista delle aziende consigliate, poi potete cercare le aziende agricole nella vostra regione a cui potervi rivolgere; molte di queste consegnano i loro prodotti anche a casa vostra.
  • Cercando in rete ho trovato Timanzo.it, per l’acquisto online di manzo direttamente da questa azienda agricola maremmana rispettosa sia dei suoi animali che dell’ambiente. (Ps: date un’occhiata anche alle loro ricette).
  • L’azienda agricola di uovoperfetto.it, in Puglia, è un esempio calzante di cosa significhi rispetto per l’animale e per l’ambiente. Vende online, ma anche presso alcuni negozi sul territorio nazionale.
  • L’allevamento il Grifo, certificato Demeter, si trova nelle mie zone e propone carne suina di alta qualità e trasformati, come salumi, insaccati e salsiccia senza l’utilizzo di nitriti, nitrati e conservanti.
  • L’azienda agricola Boccea, in provincia di Roma, alleva polli ruspanti nel rispetto del loro benessere, oltre ad avere a disposizione carne bovina grass fed, uova, formaggi, ortaggi, legumi, miele, tutto da agricoltura biologica e biodinamica. È possibile acquistare la carne direttamente in azienda o riceverla comodamente a casa con un piccolo contributo spese.
  • Più a nord troviamo la Noafhof, azienda bio di Verano che alleva polli e galline all’aperto con pollaio mobile, rifornendo così le galline di erba fresca regolarmente, spostando il pollaio ogni 10-15 giorni, e aiutando il suolo a rigenerarsi.

Alcune di queste aziende le conoscevo già, alcune le ho persino provate (come Il Grifo), altre le ho scoperte apposta per questo articolo. Ci tengo a specificare questo per farvi capire come internet possa essere il vostro alleato migliore per trovare il produttore più vicino a voi, da cui acquistare carne, uova e ortaggi con una maggiore attenzione alla sostenibilità, all’ambiente, al benessere degli animali e alla nostra stessa salute. Non per ultimo, un’attenzione al nostro futuro e alle generazione che verrano dopo la nostra.

Fonti:

  1. https://www.coldiretti.it/consumi/pollo-arrosto-day-12-acquisti-spinti-dal-covid
  2. L’arte culinaria, Apicio
  3. Se niente importa, Jonathan Safran Foer
  4. prezzi Coop Italia
  5. PICCOLA STORIA DELL’AVICOLTURA ITALIANA, Paolo Pignattelli & Francesca Sforzi
  6. Compassion in World Farming (CIWF) Italia Onlus

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